Giunto
ad una conoscenza pressoché completa per quanto non invidiabile di cadute, strisciate,
infossamenti, scartolamenti, danni vari al mezzo e alla persona, desidero rispondere alle
domande che più frequentemente sento rivolgermi.
1 - Che cosa si prova ad andare
per terra ?
"Limitiamo inanzitutto il
campo di studio a quelle cadute diciamo 'inattese', ossia a quei casi in cui, nel compiere
una manovra seppure poco sicura, ma già riuscita con successo centinaia di volte, quella
volta si finisce per terra. Poichè tra i Golosastri non è diffusa la passione per le
moto cercherò di rendere il concetto con qualche metafora più familiare. E' come se una
ragazza con cui state insieme da anni, e di cui ormai pensate di avere una conoscenza
completa, massima fiducia e confidenza, improvvisamente vi tira un brutto scherzo (vi fa
le corna, vi smolla, vi dice "ci devo pensare..."): penso che il senso di
disorientamento e smarrimento sia lo stesso. Oppure è simile a quando ci si accorge all'
orale di un'esame, o alla correzione di un compito in classe, che una cosa sempre data per
scontata, che pur ci sembrava conseguenza logica delle altre, e che ci aiutava a
interpretare tutto il resto della materia, è in realtà sbagliata. Questo per cercare di
esprimere anche la delusione, il senso di colpa e di impotenza. "
2 - Cosa pensi mentre sei lì che
strisci ? (sadica, ma comprensibile)
"Intanto sappiate che del
passaggio da seduto a sdraiato non si riesce a rendersi conto.
E' un'azione così rapida e
confusa con lo sconcerto che praticamente ti trovi già per terra strisciante. Il primo
istinto che ti viene è quello di cercare di fermarti opponendo resistenza all'attrito,
piuttosto che rotolare su te stesso. In questo modo si riesce ad ottenere una perfetta
escoriazione del 50% almeno della superficie corporea con asportazione di vari strati di
pelle dalle braccia, mani, ginocchia, che nella mia incontrastata superiorità sono
riuscito a scorticare a 360°. Ma in quel momento non pensi a te stesso, anche perchè il
bruciore non lo senti subito, ma cerchi di addrizzare la testa e inseguire con lo sguardo
la moto che fugge per la tangente, sperando che si fermi da sola, che non finisca contro
mano, e che non rimbalzi contro qualche muretto. Non ti passa neanche per la testa che
intanto dietro di te può arrivare qualcun altro. Quando la moto in qualche modo si è
fermata, allora ti alzi, la raggiungi di corsa e cerchi di tirarla su, per constatare i
danni. Così tutte le varie botte prese a caviglie polsi e mani che ancora non si sono
fatte sentire si possono a loro piacimento aggravare e metterti fuori uso qualche
settimana in più. Vista la moto, la lasci perdere e inizi finalmente a pensare a te
stesso : come tornare a casa, a chi chiedere aiuto, mentre arrivano i vari bruciori e
gonfiori agli arti."
3 - E dopo ?
"Tornato dall'ospedale ti
chiedi finalmente le ragioni della caduta cercando prima di tutto di spiegarla a te
stesso, e poi agli altri. Ti chiedi dove hai fatto la cazzata, che cosa hai fatto in
quella situazione di differente da tutte le altre volte, che cosa c'era insomma di diverso
o in te o nella moto o nella strada, e lo racconterai fedelmente agli amici e alla
sorella. I primi cercheranno con dolce falsità ti scaricarti da ogni responsabilità,
attribuendo la colpa all'asfalto, alla moto, alla sfiga; la seconda ti ricorderà
immediatamente, caso mai tu ti fossi illuso, che sei un coglione. Ai carabinieri
racconterai invece che c'era un animale per strada (se non c'era il cartello di pericolo)
o che c'era del ghiaino sull'asfalto. A chi vuole sentirsi dire che sei caduto perchè
andavi forte glielo dici senza perdere tempo a spiegargli che anche gli aerei vanno forte
ma non cascano per quello. Se poi hai l'invidiabile fortuna di non avere dei genitori che
ti fanno la predica (io ce li ho e ringrazio), sarà sempre perché avrai trovato al
pronto soccorso qualche mamma-sergente che ci avrà pensato, vantandosi di avere sempre
"proibito molte cose" a suo figlio. Per quanto già ti girino le palle per conto
tuo, il rispetto dell'età limita la tua risposta a cose del tipo 'Avrei voluto essere suo
figlio', 'Che ragazzo fortunato', 'Oltre ai fiori, cos' altro gli piace ?'. Ma perchè uno
non può mai fare uno sbaglio per i cazzi suoi ? In certi casi apprezzi sinceramente anche
l'atteggiamento del tuo datore di lavoro: "Pronto, sono Daniele, mi sono mezzo
massacrato con la moto domani non ci sono...", "Quando puoi venire ?".Un'
incontestabilmente vera osservazione che ti viene fatta è che ti potevi fare molto
peggio, tuttavia la frase 'Sei stato fortunato', specie se ripetuta, fa sempre fatica a
suonarti bene. A chi infine ti chiede perchè non vendi la moto, la frase più educata che
ti posso consigliare è "Anche le donne ogni tanto ti fanno male, ma non per questo
ne puoi fare a meno."
4 - Cos ' hai imparato ?
(scommetto non ad andare piano)
"A non pensare mai che solo
perchè il motore è a posto e quando dai gas lei prende sia a posto anche tutto il
resto"
5 - Ringraziamenti particolari?
"A Folle e a Tossi per l'
assistenza meccanica, sanitaria, e morale." |